"Consiglierebbe la carriera di scrittore?" mi chiese uno degli studenti.
"Stai cercando di dire amenità?" gli chiesi.
"No, no parlo seriamente. Consiglierebbe la carriera di scrittore?"
"È lo scrivere che sceglie te e non tu lo scrivere."

Charles Bukowski

venerdì 22 aprile 2011

Convergenze


La settimana scorsa sono andato dal gommista, per la convergenza alle ruote. Mentre ero lì, affascinato come un dodicenne davanti a "Cronaca Vera", inebriato dall'odore di gomme incelofanate, dalle fragranze di garage e dalla elettronica sapienza machista degli operai specializzati, è entrato nell'autofficina una persona che non vedevo da molti anni. Ci siamo squadrati per un po' con gli occhi, mentre i nostri database, effettuavano una lunga ricerca, nelle nostre memorie non proprio vergini, poi in fondo in fondo, ci siamo ritrovati. Era lui: il mio amico immaginario. Era passato davvero tanto tempo ed entrambi lo dimostravamo. L'ultima volta che ci siamo visti, sarà stato diciassette anni fa. Io avevo nove o dieci anni, eravamo in macchina con i miei e avevamo avuto l'ennesima discussione violenta. Quella volta non andò come le altre: presi il coraggio in due mani e chiesi a mio padre di accostare. Lo feci scendere e gli dissi queste parole:
 - Mi dispiace, questo momento doveva arrivare. Io sto crescendo e per il mio ed il tuo bene, è meglio che le nostre strade si dividano qui. Sono stato bene con te, mi sei stato vicino nei momenti bui, ma adesso, adesso basta. Ciao, buona fortuna.
Come potete immaginare, l'imbarazzo all'inizio era palpabile, a quanto pare lui aveva sofferto l'abbandono più di me, ed io, nell'incoscienza di un bambino, non avevo capito come, anche un amico immaginario, può avere dei sentimenti. Dopo la convergenza decidemmo di andarci a prendere un caffè e raccontarci un po' di noi. Lui a quanto pare dopo l'abbandono ha avuto un periodo di sbandamento, in cui è passato anche dalla droga, ma adesso sta benone. È diventato un esperto di comunicazione, lavora presso un'azienda pubblicitaria che si occupa a 360 gradi dello sviluppo dell'immagine. Dopo quella conversazione gli ho detto anche di come me la passo, di questo blog e ha detto che sarebbe stato molto felice di darmi dei consigli per migliorarlo. Secondo studi di settore, mi ha detto, un blog personale per essere accattivante, deve mettere in luce l'autore, deve esplicitare interessi, debolezze, hobby, deve cioè renderci l'autore più umano, vicino, riconoscibile. A questo proposito si è offerto di farmi un'intervista, cosi da rendere più confidenziale il mio rapporto con i lettori. 
Ora, io sarei disponibile da subito, gli ho detto:
- Ok, vai con la prima domanda!
Ma lui, seduto qui affianco, mi ha subito ammonito:
- E no! Prima importantissima regola: mai essere prolissi su un blog, se la gente vede troppa roba scritta, difficilmente si metterà a leggere tutto. Seconda regola:  Suspense...
Quindi cari lettori per farla breve, l'intervista col mio amico immaginario, esperto di immagine e comunicazione, la faremo nel prossimo post.
Anzi, mi ha appena sussurrato che se qualcuno di voi ha delle domande, può scriverle nei commenti, per creare una relazione pubblico-autore...mica scemo lui.
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2 commenti:

  1. Mi sento un po' in colpa. Io ho perso di vista da tempo il mio amico immaginario. Devo riprendere i contatti :)

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  2. è un triste problema comune, prova a cercarlo su facebook!

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