"Consiglierebbe la carriera di scrittore?" mi chiese uno degli studenti.
"Stai cercando di dire amenità?" gli chiesi.
"No, no parlo seriamente. Consiglierebbe la carriera di scrittore?"
"È lo scrivere che sceglie te e non tu lo scrivere."

Charles Bukowski

sabato 24 settembre 2011

Militanz


«Fuori da tempo e storia,
Via dall'eternità,
Dai cicli, dai progetti,
Dai radiosi futuri,
Dal sol dell'avvenire,
Dalle gloriose armate,
Dalle stelle ai simboli,
Dalle albe umanitarie,
Il passato è afflosciato,
Il presente è un mercato»
CCCP - Militanz

Forse era per quell'aria soffocante che non aveva ossigeno. Le sigarette si piegavano accartocciate una sull'altra come su un campo di battaglia. Era il turno del discorso ragionato, quello col buon senso dell'analisi, un'analisi di fase che era figlia di una documentata indagine sugli umori. Il suo turno forse non per caso, come un concerto per fiati, seguiva quello di pancia, quello sfogatoio ribelle prima di lui. Il solito che si fa guidare dalle passioni e dalla rabbia, la rabbia cieca che quasi sempre fa sbagliare rotta, ci fa essere precipitosi, impulsivi nelle scelte, incapaci di guardare al quadro nel suo insieme, a ciò che avviene, ai percorsi, corsi e ricorsi storici. La passione non va mai bene. Certo, tutti l'abbiamo, ma scade spesso nel culto, nell'appartenenza, nell'appartenersi. E a me da fastidio lo so, tutto questo senso cameratesco e sudaticcio. Quest'eterna catacomba per poveri cristiani, continuamente affollati di pensieri, continuamente affogati dai pensieri, congetture, strategie, abnegazione, forza. Ho il vuoto nella testa mi muovo poco e male. Compagni non divaghiamo. È chiaro che l'intenzione era quella di farci fuori, di accusarci all'interno del movimento di cose per cui. Era chiaro sin dall'inizio l'ostracismo che a sinistra ricevevamo da chi continua a vedere nell'azione nostra una qualche intenzione politicista che ci è del tutto assente. Dati i rapporti di forza. Tenuto conto delle intenzioni moderate dell'attuale governo, in questa fase di retroguardia, conservatorismo reazionario mi pare ovvio come. Gli interessi economici di una parte di quel ceto dirigente, anzi no di tutto il suo gruppo. Attenzione non facciamo l'errore di fare di tutta l'erba. Non vedo un coinvolgimento da parte dei compagni. A queste riunioni manca l'adeguata. Eravamo morti. Morivamo. Moriamo. Vivere o morire. Morire per la causa, o morire per niente. O morire giornalmente per la causa. Una causa persa. Persa il giorno in cui abbiamo dimenticato il nome della causa e l'abbiamo chiamata semplicemente causa. Effetto, fine, motivazioni sensibili. Non capisco tutto quest'astio, cosa non ti convince? Credi che ci siano stati errori da parte della classe dirigente? O forse la base non ha compreso l'importanza della militanza totale? No, non è la base, non è il vertice, l'altezza o il diviso due. Non so cos'è. O lo so da sempre. Perché continui a bagnare le tue idee, così preziose nella vernice della storia? La storia è un teatro immenso. Uno di quei teatri greci con le maschere e tutto il resto, un baccanale a cui qualcuno a volte ci invita, raccomandandoci l'abito, non da sera e nemmeno scuro. A teatro l'abito è quello di scena. Solo quello di scena. Lo stesso spettacolo recitato per i botteghini delle corti private di fine settecento. Eri innocente da solo. Eri puro da solo. Eri sbagliato, come tutto e come sempre. Ma eri tu. Ancor più quando hai tritato tutte le tue certezze davanti ad ogni altro. Dinanzi ad ogni libro, dietro a qualsiasi teoria ci hai riposato con i tuoi eppure, con la tua candida forma ecumenica. Ora hai abbracciato qualcosa, pensando che era tua. Non passa giorno che lasci cadere quel qualcosa che ti rendeva innocente, ed un trucco di scena ti prepara per il tuo gran giorno, quello in cui i tuoi parenti giunti da lontano ti applaudiranno. Ma non eri tu, è scena. Lo spettacolo deve continuare. Ciò che dovremmo fare attraverso un'accurata campagna di informazione, è far comprendere l'importanza di una mobilitazione generale contro l'attuale politica economica. La controriforma del governo ci impone un'alleanza con quelle forze che alla nostra sinistra non si piegano al tatticismo sindacale, ma sono pronti a mettere in atto azioni di lotta irrevocabile, continua e di massa. Non provi mai a sputare ciò che difficilmente potrai masticare? Tu che hai iniziato tutto perché avevi difficoltà con le ragazze. Eri timido alle medie e cerchi rassicurazioni nella prosa autoconvincente della lotta? Piangi ti prego, ma di lacrime tue. Le riconosci subito, sono quelle che t'abbracciano e ti riportano in grembo, nel tuo stesso grembo. Conservala la rabbia. Ma non essere ribelle. Non chiuderti mai dentro ai palchi scenici. Respira. Perché obblighi i tuoi pensieri a credere? E non getti i remi a riva. È burrasca quella che vedi dal tuo primo respiro. A cosa serve ancorarsi nella burrasca? Sciogliti, affoga e disperati. Non costruirti rifugi. Mai! Non cercare una patria. Sii straniero.
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venerdì 16 settembre 2011

Inutile


Cari lettori, care lettrici, cari e care visitatori occasionali ed improvvisi.
Vi scrivo questo post per informarvi che con mio sommo piacere, sono comparso su Inutile On Line, con un mio racconto dal titolo:
Grazie mille Inutile!

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sabato 10 settembre 2011

Ghiaccio Secco



Ripassava il ghiaccio secco sulle posate d'argento. Senza una ragione apparente, così, per farle apparire più fredde.

- Dì la verità, non hai la minima idea di cosa scrivere, è un momentaccio lo so. Ma credi davvero di prendere in giro qualcuno inventandoti certe cazzate?
- Beh, sai uno ci prova, magari poi esce fuori qualcosa. Sai alle volte succede così, per caso, magari ti esce fuori un... Chiedi a coso lì...come si chiama?
- Chi?
- Quello famoso che scrive, adesso mi sfugge il nome...
- Stefano Benni?
- Sì!
- Ma vai a cagare! Stefano Benni ti sputa in faccia a te! Cosa pensi di fare il genio col ghiaccio secco?
- Cagare non cacare, fica non figa!
- Eh?
- No niente parlavo tra me e me.

Gessica apparve in quel momento nella cucina. Ormai disperata, lo vide in quell'esercizio stupido e insensato del ghiaccio, che quasi come un incantesimo, si ripeteva ormai puntuale da più di due anni, ogni giovedì pomeriggio. Lei si avvicinò piangendo, lo abbracciò e con la mano sinistra posò il ghiaccio secco nel lavandino.

- Aridaje, continui con queste stronzate, ma no spiegami, dove credi di arrivare? Ti stai chiudendo in un vicolo cieco di inutilità te ne rendi conto?
- Be, non è detto e poi magari a qualcuno piace, magari qualcuno cerca proprio questo, l'inutilità. Magari c'è gente stanca dei romanzi morali, o dei racconti con un fine, magari uno cerca una quotidianità inutile. Verosimilmente inverosimile.
- Sì, magari. Magari qualcun'altro ti manda affanculo.
- Affangulo, non affanculo ... affa ..
- eh?
- No, no niente!
- Ma sei scemo? Mi prendi per il culo? Prendi per il culo la tua coscienza?
- A parte il fatto che è tutto da dimostrare che tu sia la mia coscienza. Ho paura che lì dentro ci sia stato un qualche colpo di stato. Qualcosa mi dice che un superego malato, o qualche brutta paura ferita dell'infanzia abbia preso il potere.
- Ahh eccolo il piagnucolone, la mia infanzia, i bimbi cattivi, le mie insicurezze … e poi scrivi sta merda, sei negato! Lasciatelo dire: ne-ga-to! Come per tutto il resto!
- Certo se mi ritrovo te come coscienza, non è che mi sei molto d'aiuto e poi che ne sai tu? C'è tutto un nuovo movimento che ha abolito il reale e l'irreale e si dedica alle...
- Allimortacci tua!

Ricordavano ancora la prima volta che Frank provò una passione irrefrenabile per il ghiaccio secco. All'epoca, più di sei anni prima, in una classica partitella fra amici, si slogò una caviglia. Fu amore a prima vista. Quella sensazione glaciale e secca allo stesso tempo, che ibernava ogni cosa, senza la necessità di inumidirla, lo portò ad un feticismo irrefrenabile. Sembrava un bambino tutto preso dal piacere erotico della cacca. Di sguazzarvici dentro, con la fortuna che qui il ghiaccio era inodore e pulito.

- Ma allora fai sul serio? Non ti arrendi proprio davanti a nessuna porcheria?
- Non puoi negare che adesso sta iniziando ad uscir fuori qualcosa di interessante. Il ghiaccio secco come metafora (e mica tanto poi) di un subconscio erotico rimosso. Un'infanzia proibita che esplode in un campetto di calcio, con tutta la carica ormonica che ne consegue.
- Senti, parliamone serenamente. Lo sai qual è il tuo problema? Anzi senza punto interrogativo, lo sai qual è il tuo problema! Arrivano questi periodi e non sai neanche tu bene il perché, ma tutta quella voglia di scrivere ti passa. Dentro di te magari dici voglio scrivere, ma non hai la benché minima idea, oppure solo ideuzze, immagini, semplici scenette che non servono a niente, o non interessano nessuno. Poi magari le inizi e le lasci morire lì, incompiute.
Ti chiedi mai come si sente un'opera incompiuta? Hai mai pensato a quanto possa soffrire? A quante volte durante la sua vita si chiede cosa diavolo è nata a fare, anzi peggio, cosa diavolo è stata pensata a fare? Hai idea di quante volte ti maledica, dimenticata per sempre in un cassetto, o nello spazio immateriale di un hard disc, o peggio sfacciatamente pubblicata su un blog, incompleta e indifferente al mondo? Come quella storia di Giovanni Battisti, com'è che si chiamava?
- Cristiani Metropolitani e non riguarda Giovanni BattistA, ma la storia di Cristo, lo sai bene, narrata come fosse un fenomeno di costume.
- Embè e perché il tuo fenomeno di costume è rimasto a marcire nel nulla?
- Non è vero, io lo finirò!
- Ma chi prendi in giro, persino tu ti sei reso conto che è una stronzata!
- Lo finirò! E poi mi piaceva l'idea finale del racconto. Cristo paragonato ad una rock star di duemila anni fa, con il suo seguito di fan che non accettano la sua morte, e come per tutte le rock star iniziano a vagheggiare tesi che lo vogliono ancora vivo. Pensare che la Chiesa non sia altro che l'istituzione di un “Elvis è su un'isola del Pacifico” mi affascinava.

Come può accadere che un rispettabile padre di famiglia, unamoglie-duefigli-dueauto-villaegiradino, diventi schiavo di una pulsione feticistica da subconscio? Come si può di punto in bianco, ritrovarsi dipendenti di una follia libidinale da ghiaccio secco? Come si può superare ogni fase dello sviluppo infantile, ogni paura e fase anale, essere in grado di denunciare uno scippo e trattenere rutti in pubblico, comportarsi a modo con gli estranei e rispondere adeguatamente agli annunci di lavoro, per poi riscoprirsi disarmati di fronte al piacere di un freddo deumidificato?
Frank era ormai inerme davanti a tutto quello, o come la chiamavano in famiglia: “quella cosa di Franck” oppure “il problema del ghiaccio secco”. I sintomi si fecero avanti subito. All’inizio, quasi per gioco, Franck decise di comprare del ghiaccio secco così, da tenere in casa, non si sa mai. Poi senza accorgersene, si ritrovò a toccarlo di nascosto nel garage. In men che non si dica la sua pulsione diventò irrefrenabile. Quella delle posate era iniziata da due anni. Lo psichiatra James Fred Bullbindolhs, il miglior psichiatra della contea, plurilaureato e pluripremiato all’università Fred Bongusto del Colorado, diceva che anche quella turba delle posate doveva provenire da molto lontano. Era quasi sicuramente dovuta alla sua necessità inconscia di divorare il mondo e per questo la cacca. Tutto sembrava partire di lì, la cacca. Frank soffriva di stitichezza e ciò sembrava dovuto al fatto che un giorno la mamma lo vide giocherellare con quella e inghiottirsela con gusto. Il trauma di quei giorni si ripresentava sotto forma di posate e ghiaccio secco. Posate e ghiaccio secco. Posate e ghiaccio secco.

- Potevo essere la coscienza di un dipendente della Banca Mediolanum, di un postino di periferia, di uno ricercatore precario di particelle subnucleari, o chissà magari di Proust, Einstein, Kant, pure Nietzsche volendo, e invece di cosa mi tocca essere coscienza? Di un Pirla! Ora si è imbucato nella psicanalisi di sto cazzo!
- Bada a come parli sai! Bada bene! Badalù!
- Ma che cazzo dici?! Ma trovati un lavoro piuttosto! Cresci!
- Allora se proprio la vogliamo dire tutta, anch’io vorrei essere Proust o Kant o quello della Mediolanum, ma sai com’è mi ritrovo una coscienza come te e quindi il massimo che posso fare e scrivere storie di ghiacci secchi, turbe psichiche e Gesù Cristi. Ma dico una volta, una sola volta è possibile che non mi dici mai una parola di incoraggiamento? Ok, era un’idea di merda, però quella merda mi sembra di averla elevata, ci ho costruito su qualcosa che può andare, ho evitato accuratamente di chiudermi in un angolo, in un vicolo cieco.
- Puah! Ci rinuncio guarda ci rinuncio.
- E poi sai una cosa ora che lo rileggo, sai che mi piace! Davvero, secondo me è stupenda. Ha qualcosa di geniale tutto ciò, compresa questa mia conversazione con te?
- Non vorrai dirmi? O cristo! Stai riportando anche la nostra conversazione?
- Beh si, visto che c’ero ne ho approfittato, non si sa mai!
- Senza chiedermi l’autorizzazione! Questa è violazione della privacy!
- Al massimo della mia, tu resti sempre la mia coscienza!
- Quindi era tutta una trappola!
- Si, ed è stata un’idea magnifica!
- Brutto bastardo cosa stai cercando di fare fermati!
- No caro, mi sa tanto che questa battaglia la perdi! Ciò che ho scritto mi riempie di orgasmi!
- Noo! Stronzo il narcisismo noo! Non puoi giocare così sporco per uccidermi!
- Sì che posso, alla fine sono un grande scrittore, piaccio, c’è gente che si complimenta e se non fosse per te, sarei già al Premio Strega!
Sappi che ritornerò stronzetto, nelle notti in cui andrai a dormire sicuro di te, quando meno te l’aspetti, quando tu e quella puttanella narcisa sarete lì avvinghiati a sbaciucchiarvi, io piomberò di soppianto! Ti farò cadere in un solo attimo dall’ultimo cielo alle caverne delle tue paure. Puoi battermi e dimenticarmi coglione. Non puoi uccidermi!

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