Remavo contro il soffitto.
Le mie tasche di nailon ormai smollentate dall'andirivieni di mani mi ricordavano che era l'ora del caffè d'orzo. Erano le 7 in punto. Ora più ora meno. Guardai l'orologio, ma non feci in tempo. Preso in controtempo fu l'orologio a guardare me. E con quella sua aria da saputello ed i suoi baffi un pò naif mi chiese - Che mondo è? - Mi voltai ad osservare cosa mi chiedeva. Mi rigirai intorno vedendo solo scorrere muri imbiancati di manifesti. Manifesti incastonati in muri posticci. Muri che si muovevano veloci mescolando nel bianco i colori dei manifesti. E poi di colpo un uomo che sbucava da un muro in una stradina laterale. Prima un braccio. Volato via. Poi al turno successivo la sua ombra intera che si scioglieva fra i manifesti e poi sempre più chiaro, sempre più dettagliato sempre più vicino. L'ultimo giro si fermò sul suo naso aquilino. Barcollando sul suo volto alzai lo sguardo sui suoi occhialini da vista e ancor più dietro nei suoi occhi. Allontanai per un attimo il mio volto e vidi la sua bocca muoversi d'improvviso - Non sarà mica un'altro di quegli stolti da dar retta al suo orologio. Mi faccia la cortesia, lo faccia tacere. Ai miei tempi gli orologi non si prendevano tutte queste libertà. Mostri il polso. Faccia vedere chi comanda - Mi convinse. Mi rivoltai verso il mio orologio. Questa volta più veloce di prima e ancor prima che lui potesse aprir bocca gli sussurrai - Che ore sono? - Fu lui ora a girare vorticoso fra i suoi muri numerati senza saper darmi nessuna risposta. Il caffè d'orzo brulicava nella macchinetta. L'aroma si sprigionava lentamente, volando ombroso e condensandosi sul soffitto. Io li incredulo a testa in sù. La mia tazzina in mano.
Remavo contro il soffitto.
visioni allucinate (o visioni dal futuro)..
RispondiEliminaStupendo!
RispondiEliminaGrazie mille per il bel commento: sono contento che ti abbia fatto ridere :-D
CIAO!!!