"Consiglierebbe la carriera di scrittore?" mi chiese uno degli studenti.
"Stai cercando di dire amenità?" gli chiesi.
"No, no parlo seriamente. Consiglierebbe la carriera di scrittore?"
"È lo scrivere che sceglie te e non tu lo scrivere."

Charles Bukowski

sabato 2 gennaio 2010

Il cosa e il come di Sinistra e Libertà... e di altre diavolerie moderne


Questo post prende le mosse dagli ultimi avvenimenti tragicomici delle regionali in Puglia e più precisamente della scelta del candidato presidente del centro sinistra o del centro e basta. Per chi non fosse interno a queste questioni cosi ostiche provo a sintetizzare un po' gli avvenimenti grotteschi di questi ultimi tempi. Dovendo trovare un punto di inizio bisognerebbe partire dalla nascita del PD, ma poiché ciò allungherebbe troppo il brodo preferisco iniziare dalle scorse elezioni amministrative. In questa fase si è avuta la concomitanza di due eventi rilevanti: l'avvio del piano D'Alema, che si sintetizza nell'esperienza di Brindisi dove il PD decide di avviare una nuova stagione di alleanza più o meno organica con l'UDC, questo ha inevitabilmente come corollario l'esclusione della sinistra, punto purtroppo ad alcuni compagni ancora poco chiaro. Altro evento rilevante di questa fase è lo scoppio del caso Sanità in Puglia, e le indagini sull'assessore Tedesco (assessore in quota PD che all'epoca della sua nomina militava nei Socialisti Autonomisti, fortemente voluto da D'Alema). A seguito di questo evento il presidente Vendola fa una scelta che a prima vista sembrerebbe lodevole e degna di encomio, ma che a ben vedere nasconde dell'altro: scioglie in toto l'intera giunta regionale e ne nomina una nuova, attraverso un'operazione politica che facendo fuori non pochi assessori innocenti e che avevano dato lustro all'amministrazione Vendola (Barbieri, quello dei bandi ritorno al futuro per intenderci) e estromettendo Rifondazione dal governo, mirava ad aprire anche in Puglia il piano D'Alema, l'iniziale proposta infatti è quella di inserire nella nuova giunta esponenti dell'UDC e nientepopochedimenochè di Io Sud, il movimento politico dell'ex missina Adriana Poli Bortone, in nome di una generica e incolore difesa corporativa degli interessei del Sud e della Puglia contro lo strapotere del Nord. Questo piano non va in porto per il rifiuto dei diretti interessati, ma apre il balletto di cui Vendola sarà l'inevitabile posta in gioco. A qualche mese di distanza mentre fervono i preparativi per il totocandidato, Vendola incontra in neosegretario Bersani ed afferma perentorio che è disponibilissimo ad una alleanza con L'UDC in Puglia, apertura che la stessa UDC rimanda al mittente: non sosterremo mai Vendola. Di qui la contesa fra UDC, PD e Sinistra e Libertà, sul futuro candidato presidente, con Vendola che forza la piazza con le varie Fabbriche di Nichi (e interessante il fatto che Vendola si ricordi del suo popolo e della partecipazione popolare solo in occasione delle elezioni, 5 anni fa furono i comitati pro Vendola che nelle intenzioni sarebbero dovuti diventare l'anello di congiunzione fra base e governo, poi immediatamente sabotati, anche per volere dell'attuale PD), e il PD che cerca di convincere Vendola a farsi da parte proponendo candidati più moderati come Emiliano. Da tutta questa storia ingarbugliata cerco di trarre le mie personalissime opinioni (lo faccio in modo schematico per alleggerirvi il post, o come diceva Panfilo Maria Lippi: per venire in contro alle vostre capacità mentali).
1) Vendola e Sinistra e Libertà non riescono a capire, o pare non vogliano capire, che al di là del caso Puglia, dove si ammirano esponenti del PD di primo calibro come Emiliano che vengono tirati in mezzo per la giacchetta, in Italia si sta giocando una partita ed un progetto politico che va al di sopra delle loro teste. Questo progetto nasce con la nascita del PD, e con l'inevitabile caduta del governo Prodi, ed ha come solo orizzonte la creazione di un bipolarismo minimo, di una destra e di un centro (PD-UDC) eventualmente colorita con del sano Dipietrismo, che veda fuori la sinistra e qualsiasi parvento di alternativa di società: bisogna solo governare l'esistente;
2) Proprio per questo Vendola e Sinistra e Libertà nonostante i mille screzi credono ancora nell'utopia novecentesca del centro-sinistra, e non riescono ad immaginare alcun futuro politico al di fuori di un'alleanza col PD, al contrario pare che nascano proprio come sinistra del PD, funzione che gli potrebbe pur essere congeniale se avessero i numeri per farlo, ma purtroppo questo è impossibile proprio per il fallimento politico del progetto vendoliano;
3) Checchè se ne dica infatti, nonostante l'entusiasmo della base, il progetto vendoliano è fallito. Esso si esprimeva nella volontà di unire in un unico soggetto politico tutta la sinistra italiana uscita dal parlamento italiano. Con l'utopia di cancellare gli errori e le divisioni del '900 per inaugurare una nuova fase, in quest'ottica si vedeva naturale unire ex comunisti, ex diessini ed ex verdi, con i socialisti di craxiana memoria (di cui sarebbe stato onesto rispolverare il passato politico e le scelte fatte in materia di politiche del lavoro) fino a giungere addirittura a paventare una inclusione dei radicali (quelli dell'abrogazione dell'articolo 18). Ovviamente come largamente prevedibile questo piano è fallito, non solo a causa delle 4 scissioni nella già fragile sinistra (PRC, PDCI, SD, Verdi), ma a causa della fuoriuscita prima dei Verdi e poi dei Socialisti, ovviamente in entrambi i casi gli ultrà di Vendola hanno inveito contro il grigiore di questi partiti (stessa cosa fatta con i nostalgici di rifondazione) rendendosi conto solo dopo di queste deprecabili caratteristiche;
4) A seguito di questo si aprono per Sinistra e Libertà due sole strade percorribili, essendo inesistente qualunque altra: o l'adesione organica al PD, o l'entrata nel progetto federativo della sinistra, che con tutti i suoi limiti ritengo essere l'unica possibilità e via concreta per unire tutti i soggetti della Sinistra con la S maiuscola. Mi auguro che prevalga la seconda scelta, poiché nel progetto federativo si cela la filosofia che ha portato al governo per la seconda volta il Frente Amplio in Uruguay. Anche lì per anni a sinistra c'è stata una diaspora ed uno scontro di partiti, paritini e gruppuscoli che si contendevano la verità, fino a quando non si è capito che è inutile dividersi sul 5% di cose in cui si è in disaccordo, è meglio far stare insieme il 95% di cose che si condividono, è proprio per questo che la soluzione non è stata fare un partito unico in cui ognuno avrebbe dovuto sacrificare qualcosa di sé e della sua storia, ma una federazione dove chiunque può starci senza bisogno di abiure, ma questo rappresenterebbe per Vendola un ultimo grande smacco;
5) Nel famoso e lacerante congresso di Chianciano infatti le posizioni in campo erano di fatto 3: quella vendoliana che mirava alla creazione di un partito unico della sinistra (del cui esito abbiamo visto i risultati) quella dell'Unione dei Comunisti (che proponeva la creazione di un unico partito comunista) e quella di Ferrero che proponeva per l'appunto la creazione di una federazione della sinistra, posizione uscita vincente dal congresso. I vendoliani però hanno rifiutato totalmente questa posizione, accusandola di identitarismo, nostalgia, torcicollo, ecc. iniziando cosi la stagione delle scissioni...per l'unità;
6) Da questo corollario giungo a fare un'ultima considerazione amaramente critica nei confronti di Vendola e di Sinistra e Libertà: quella di essersi arresi concettualmente e politicamente alla personalizzazione della politica, individuando in Vendola il Salvatore della Patria, l'ultima speranza della sinistra e di fatto commettendo il solito errore del populismo, quello di demandare ad un leader le responsabilità individuali. Nel bene e nel male si segue Sinistra e Libertà per Vendola, cosi come molti sono usciti da rifondazione perché: come si fa a non votare Vendola. Il risultato è arrivato al paradosso della situazione pugliese, dove si crede di potersi alleare con chiunque, Poli Bortone compresa, basta che ci sia Vendola Presidente, come se fosse la sua presenza lì e non le forze in campo a garantire politiche di sinistra. Se Vendola è riuscito ad ottenere degli ottimi risultati in questi anni di governo è stato grazie ai rapporti di forza favorevoli nella giunta, conquistati alle scorse elezioni dalla sinistra. Se Vendola ha commesso errori gravi, come Tedesco alla Sanità (tema cardine quello della Sanità nella campagna elettorale di 5 anni fa) è stato grazie alle imposizioni dei poteri forti nel governo regionale (PD). Come può pretendere Vendola di poter, ormai ipoteticamente, conservare una politica di sinistra in un governo formato da PD e UDC e uno o due assessori di Sinistra e Liberà? UDC che vuole mettere le mani sulla Puglia (spalleggiata da D'Alema) perchè entrambi hanno interessi nell'accaparrarsi l'acquedotto pugliese. E credo che la cosa non sarebbe poi tanto diversa senza l'UDC, i rapporti di forza sarebbero sempre a suo svantaggio. Per concludere quindi, credo che Vendola e Sinistra e Libertà debbano aver il coraggio di fare una scelta difficile ma coraggiosa, oltre che necessaria, quella di concorrere a dar vita ad una sinistra politicamente e strategicamente autonoma, questo (ahimè) può voler dire stare lontano dal governo per un po', ma la scelta è tragica: Stare al governo per non fare niente, o non starci per ricostruire la Sinistra?
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