"Consiglierebbe la carriera di scrittore?" mi chiese uno degli studenti.
"Stai cercando di dire amenità?" gli chiesi.
"No, no parlo seriamente. Consiglierebbe la carriera di scrittore?"
"È lo scrivere che sceglie te e non tu lo scrivere."

Charles Bukowski

domenica 30 maggio 2010

Osare l'impossibile


"...e data l'ora l'aspetto la cattiva reputazione le voglie sconfinate la necessità d'infinito. Raffina i sentimenti raffina i sentimenti, trasgredisci i rituali trasgredisci i rituali..."
A quest'ora dovremmo già essere di fronte alla fabbrica. Dobbiamo muoverci. I tergicristalli ossessivi come un metronomo scandiscono il battito della drum machine made in CCCP. Dobbiamo muoverci cazzo. A quest'ora la celere sarà già lì di fronte. La situazione è finalmente frizzante. L'aria putrida e ristagnante inizia a ribollire. I morti tornano a cantare. Eccoci arrivati, per fortuna i cancelli sono ancora liberi. Entriamo in fabbrica il cordone operaio ci riconosce, "ancora un'altro po' ed entravate direttamente insieme agli sbirri". L'assemblea è già iniziata, aspettano noi per le "notizie dal mondo". L'aria è in subbuglio. Su quei volti rugosi, nervosi, sudati, su quegli occhi limpidi e profondi di fatica, ora brilla l'angosciosa felicità libertaria. "Compagni! Badate bene che da qui non si torna più in dietro. La situazione creatasi, non ci pone alternative. Non abbiamo scelto noi questo scontro, questo scontro va avanti da anni, da decenni, da secoli. Tocca a noi che parte fare nel gioco, quello di carne da macello o di resistenti. In più di 30 anni questi porci c'hanno derubato di tutto, tutti i nostri diritti, tutte le nostre garanzie, hanno chiesto sempre e solo produtività, prima col cottimo, poi abolendo la scala mobile, poi hanno inventato il precariato, la flessibilità, hanno delocalizzato le nostre aziende dov'e pagano di meno per sfruttare di più altri poveri cristi. In questi 30 anni il divario sociale fra ricchi è poveri è aumentato a dismisura. Mentre noi, mentre la povera gente, la gente comune, i lavoratori le famiglie, hanno visto perdere il loro potere d'acquisto, i loro salari, hanno perso il lavoro, mentre i giovani hanno visto cancellare dal loro orizzonte il futuro attraverso il fantasma della precarietà. Pochissimi furbetti hanno rubato ricchezze infinite. Le nostre ricchezze, padroni, palazzinari, manager, speculatori finanziari. C'hanno per 30 anni riempito la testa di cazzate, sulla globalizzazione, sul mercato, sulla possibilità di diventare tutti ricchi facilmente, cazzate! Era solo la loro propaganda per farci lavorare di più e far arricchire sempre più loro. Ora quei porci hanno causato questa crisi immane, attraverso i loro giochetti di borsa, perché signori miei questa è una crisi di sistema e non di mele marce. In questi anni noi non avevamo i soldi per comprare i loro telefonini, i loro DVD, i loro decoder, le loro case, i loro televisori al plasma, e allora hanno rimandato tutto col debito, debito su debito, la crisi s'è spostata nel tempo e s'è gonfiata. E ora questi porci vogliono farcela pagare a noi la crisi, ora vogliono che noi facciamo i sacrifici, sacrifici...sacrifici sto cazzo! Per chi dovremmo farli sti sacrifici? Per le banche? Per i padroni? per i capitalisti? Per dare ancora più soldi a questo porci? C'hanno rotto i coglioni per decenni sul libero mercato, sullo stato che non deve intervenire, sullo stato cattivo, sulle privatizzazioni! E ora? Ora che hanno perso tutti i nostri soldi alle slot machine vanno a piangere da mamma stato per chiedere aiuti, e mamma stato che fa? Dice va bene ora chiediamo un po' di sacrifici ai miei sudditi, ai lavoratori, alle famiglie...alle bestie da soma! Ma è ora compagni di dire no! La crisi la paghino loro! Vedete cos'hanno fatto in Grecia, gli speculatori hanno giocato con i titoli greci facendo fallire lo stato, e ora per pagare quei debiti l'Europa invece di comprare tutti i suoi titoli e salvarla dalla speculazione che fa? si comporta come gli strozzini, gli fa un prestito. E che vuol dire? Vuol dire che le banche europee hanno prestato soldi all'Europa ad un tasso d'interesse, l'Europa li ha prestati alla Grecia ad un tasso maggiore per pagare gli interessi della speculazione. Alla fine del giro i lavoratori greci pagheranno gli speculatori. Cari signori questa è la crisi. Ma ora diciamo basta! Sapete perché? Sapete perché accade ed è accaduto tutto ciò? Perché in tutti questi anni noi lavoratori non abbiamo avuto nessuna rappresentanza. Non abbiamo avuta nessuna forza. Noi lavoratori non contavamo più un cazzo e nella lotta di classe noi eravamo i perdenti. Ci ubriacavano di televisione e antipolitica, di odio verso lo straniero, verso il più povero, desiderando di vincere al gratta e vinci. Ora basta. Ora bisogna organizzarsi, ovunque, dobbiamo essere una sola grande forza, sociale e politica che non si piegeherà più!" Il discorso del macchinista fece gran presa fra i suoi colleghi, gli esiti disastrosi di politiche cosi scellerate, unite all'ignobile putridume del governo e della politica italiana facevano il resto. Dal microfono fanno il mio nome. Mi dirigo deciso. "Compagni la situazione in tutta la regione ed in tutt'Italia è rivoluzionaria. Una presa di coscienza cosi forte e cosi vasta non s'era mai vista prima. Sono ormai giorni che si susseguono ovunque occupazioni di fabbriche, scuole, uffici, comuni, province, regioni, televisioni, giornali, radio. Persino un ospedale privato è stato occupato dal personale medico e si è dichiarato disponibile a curare eventuali feriti durante gli scontri gratuitamente. L'aria che si respira è quella di una miccia accesa che si esaurisce silenziosa prima del boato. Ora l'importante è restare calmi, decisi e fermi. L'occupazione del sistema produttivo nazionale, rappresenta un punto avanzatissimo di lotta. Rappresenta una rivoluzione di fatto senza necessità di prendere il Palazzo d'Inverno. Non ci sono centri decisionali da prendere, non ci sono palazzi del potere da espugnare. Nell'era del decentramento reticolare, vanno presi tutti i nodi nevralgici, e vanno messi in rete. Dobbiamo essere un cancro benefico che si propaga di cellula in cellula. Tutto ciò ha bisogno quindi di una unificazione delle lotte. Tutte le occupazioni, le rivolte, gli scioperi, devono unirsi in un unica soggettività politica che possa portare a termine questa rivoluzione. Una rivoluzione reticolare, decentrata. Dal basso."
"...Grande l'impossibile, osare la confusione, il cielo è sopra e sotto, ci si può solo perdere, ci si può solo perdere..."

Bookmark and Share

Nessun commento:

Posta un commento