Nella stanza in penombra del dott. Franker un fascio di luce illuminava impolverata una mattonella scheggiata sul pavimento. Il caldo torbido e soffocante richiede una necessario letargo fra finestre e veneziane. Steso sul letto intontito e fiacco del nulla, il dott. Franker gocciolava dalla sua pancia nuda e sudaticcia. L'unico suono percettibile oltre il suo affannoso respiro era la ventola che girava di continuo nell'appartamento. Il dott. Franker pensò: ecco un'immagine emblematica della vita. Un'affannoso rincorrere il nulla sudato su di un letto. Cellule sdraiate sul mondo senza grazia. Polvere, odori e sudori sbattuti sul pavimento della terra. Fu in quel preciso istante che il telefono squillò. Il dott. Franker aspettò un po' prima di rispondere, gli apparve infatti che quel telefono squillante regalasse un'ennesima spiegazione al caos della vita. Una continua aspettativa inespressa. Pronto studio investigativo Franker con chi parlo? - una voce di donna dall'altra parte della cornetta pronunciò qualcosa di incomprensibile - mufuauff! vuofhham! - Come? - proseguì il dott. Franker - con chi parlo? - Emm mi scusi avevo dimenticato di togliere la mascherina antigas, dicevo sono Betty La Talpa. - Ciao Betty - disse il dott. Franker senza entusiasmo - qual buon vento? - Dottor Franker, solo lei può aiutarmi! - Qual'è il problema? - É l'ingegner Karagoriki faccia da tricheco.
Di colpo il dott. Franker si svegliò, la palpitazione altissima nel caldo infernale. Quell'incubo lo rincorreva, quella visione di Betty La Talpa e la sua maschera antismog e quell'altro strano tipo l'ingegner Karagoriki faccia da tricheco e la sua mania per gli orli delle camicie. Era lo stesso sogno che ciclicamente gli si faceva largo nella penombra della sua mente e che riduceva il dott Franker in quello stato infernale. Cosa significava tutto ciò? chi erano questi mostri nella sua mente? Cosa cercavano?
Si alzò lentamente dal divano aprì il frigo e tirò fuori una bottiglia d'acqua, la bevve tutta d'un sorso. Ahhh!
Alzò lo sguardo e vide confuso la sua foto di laurea impolverata. Trentenne, al suo fianco lei, con il suo sorriso splendente e naturale. E la maglietta con l'immagine di Marilyn. Lo so lo so, è lei che mi chiama, ma cosa diavolo vorrà...non posso, non posso più...Betty non posso!
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