"Consiglierebbe la carriera di scrittore?" mi chiese uno degli studenti.
"Stai cercando di dire amenità?" gli chiesi.
"No, no parlo seriamente. Consiglierebbe la carriera di scrittore?"
"È lo scrivere che sceglie te e non tu lo scrivere."

Charles Bukowski

mercoledì 16 dicembre 2009

Ma cosa vuoi che ti dica


Alle volte devo apparire davvero strano, alle volte mi dico, ma io sono pazzo. Il fatto è un po' complicato, non so se avete presente quando state molto tempo da soli e tutto parla lì nella testa e basta. Intere discussioni, voci accavallate e discorsi mai finiti tutti lì nella testa inesplicabili, codici comunicativi irreali e tutti suoi. Ma dopo appare difficile comunicare con qualsiasi umano, sei un pazzo. Di più v'è proprio un gap comunicativo, una difficoltà d'esprimere qualcosa che, dio santo è ovvio è tutto lì nella testa. E vallo a spiegare a quello lì che è tutto un complesso di cose che fa si che io mi trovi qui. D'altronde la chiamano pazzia. Dico la gente che passa troppo tempo isolata, cioè il problema è tutto lì in discussioni e ammiccamenti, lì al piano di sopra, e tu entri in quella comunicazione altra che diviene difficile poi poter esprimersi secondo il modello logico corrente, sei uno straniero che cerca di orientarsi con quelle poche parole che ricorda di quella lingua umana, cercando di farsi capire. Ma cosa vuoi che ti dica, preferisco star zitto, ho gente qui che parla nella testa. Lo so posso apparire taciturno ed in fondo lo sono, ma spesso lo considero un pregio, il calibrare le parole, specie oggi. "Ma tu non parli mai?" Ma sai, ho un universo che mi parla qui dentro, scusa se non ascolto i tuoi fonemi vivaci. E quindi cosa vuoi che ti dica di più, forse dovrei fare l'attore e lasciarmi parlare incostantemente. Ma queste parole sono colpi di fucile qui dritte allo stomaco, e allora qui io ora taccio.
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