"Consiglierebbe la carriera di scrittore?" mi chiese uno degli studenti.
"Stai cercando di dire amenità?" gli chiesi.
"No, no parlo seriamente. Consiglierebbe la carriera di scrittore?"
"È lo scrivere che sceglie te e non tu lo scrivere."

Charles Bukowski

martedì 15 febbraio 2011

L'impermeabile del dott. Franker



L'odore del caffè bruciato che si versava sul piano cottura, risvegliò il dott. Franker dai suoi pensieri lontani e assonnati. Mentre la cenere della sua sigaretta, immobile fra le labbra, si spargeva ovunque fra il maglione e la tazzina di caffè amaro. Mandò giù tutto d’un sorso, carbone fuso che scendeva fra le viscere. Poggiò la tazzina nel lavandino, indossò un’impermeabile grigio sopra il pigiama di flanella blu e a delle vecchie De Fonseca consumate. Prese le chiavi dalla scrivania ed uscì spedito dal suo studio.
Erano ormai mesi che il dott. Franker non aveva un caso fra le mani. Il portafoglio piangeva, cosi per arrotondare scriveva articoli di cronaca nera per il Caso Oscuro, un quotidiano dedicato agli appassionati di accendini Zippo. Giunto nell’ufficio del direttore del giornale il dott. Franker provò a mettere le cose in chiaro: “Niente casi di suore sfigurate e di clown piromani”, altrimenti avrebbe lasciato per sempre la collaborazione col giornale. Il direttore Jack Marcielli lo tranquillizzo: “Franker non scassare la minchia. Stai con le pezze al culo, ti presenti qui in pigiama, sei l’ultima delle merde di questa fottuta città e pretendi pure di dettare legge. L’ultimo tuo articolo era scritto col culo. Poco c’è mancato che i parenti delle vittime ci denunciassero per…” Il dott. Francker lo interruppe immediatamente sporgendosi verso di lui “Jack esiste un cartello degli elettricisti, esiste una mafia degli elettricisti in questa città e tu lo sai benissimo. Watt non è stato ammazzato da quell’idraulico, i conti non tornano, Watt è stato ucciso per un regolamento dei conti interno”. Esausto di quella storia Jack Marcielli si alzò di scatto dalla sua sedia, svuotò il tabacco ardente della sua pipa sulla mano del dott. Franker premendola con foga “Frank, testa di cazzo, delle tue stramaledette idee non glie ne freca uno stramaledettisimo pelo di fica di foca monaca a nessuno! Se la polizia dice che ad uccidere quel figlio di un cane di Watt è stato l’idraulico Biddett, tu devi scrivere che quel cazzo di Biddett ha infilato un maledettissimo phon su per il culo di Watt mentre era in piscina vabbene?! Tu e le tue idee del diavolo da investigatore da strapazzo che non vede il becco di un caso da almeno 5 mesi te li tieni per te. Questa è l’ultima volta che parlo, poi ti butterò fuori di qui a calci nel culo.” Reimpostando di nuovo la sua voce e riaccomodandosi sulla sua sedia, tolse la pipa dalle mani del dott. Franker e con molta calma riprese il discorso: “Ora vai nella zona West fra la undicesima e la dodicesima c’è stata un mezzogiorno di fuoco e a quanto pare hanno trovato in una pozza di sangue un certo Albatros Karagoriki alias “faccia da tricheco” vai sul posto e cerca di capire cos’è successo”.
Il volto del dott. Franker, con una mano dentro l’altra per trattenere il dolore dell’ustione, passò immediatamente in uno stato di semi incoscienza. Quel nome era scoppiato dentro come un fungo atomico che lo tenne immobilizzato e pallido per un lunghissimo minuto. Karagoriki faccia da tricheco non avrebbe più succhiato orli di camicia.

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