"Consiglierebbe la carriera di scrittore?" mi chiese uno degli studenti.
"Stai cercando di dire amenità?" gli chiesi.
"No, no parlo seriamente. Consiglierebbe la carriera di scrittore?"
"È lo scrivere che sceglie te e non tu lo scrivere."

Charles Bukowski

sabato 10 aprile 2010

Il Sogno ad aria compressa


Ora ricordo. Era un sogno. Un sogno che facevo spesso da bambino, ero in un centro commerciale deserto. Attorniato da scaffali lucenti pieni di confezioni bellissime, luccicanti. Un'esplosione di colori infinita, dovunque mi girassi. Io correvo all'impazzata in quello spazio infinito senza che ritrovassi mai un'uscita, né un'entrata. Mi gettavo d'improvviso sugli scaffali ed iniziavo a scartare quei pacchi luccicanti, ma dentro vi trovavo altri pacchi e ancora pacchi e pacchi, come in una matriosca. Dentro non c'era niente. Mi allontanavo deluso, spaesato verso qualche uscita ma continuavo a non trovarla cosi piombavo a terra disperato. Guardavo in alto e questo enorme centro commerciale deserto era senza tetto. Allora pian piano iniziavo a lievitare piano piano, ondeggiavo nel centro commerciale, senza saper controllare la rotta, in balia di forze esogene e dei venti. Esco dal centro. La città circostante è un cumulo di macerie. Il mondo è finito e per qualche strana ragione sono rimasto in vita solo io. Nel centro commerciale. Chiudo gli occhi e d'improvviso mi ritrovo in un locale scuro. Vedo in fondo alla stanza un fuoco acceso e tutt'attorno un odore di strane spezie bruciate, una musica ossessiva riempie d'angoscia quel posto, come un lamento continuo uguale a se stesso. Provo ad alzarmi ma non ci riesco e d'improvviso mi si para d'avanti una maschera colorata e spaventosa. Da dietro una voce mi sussurra. Non guardare il fuoco. Concentrati sulla luce. Poi d'improvviso mi svegliavo. Ecco per tanto tempo mi sono chiesto cosa significasse quel sogno. Che puntuale mi incontrava ogni mese. Un giorno verso i 10 anni smise di farmi visita. Nell'ultima apparizione la maschera mi ripeté: Non guardare il fuoco. Concentrati sulla luce. Mi diede una carezza sul volto. Una lacrima iniziò a scorrere dalla sua maschera e poi aggiunse. Ora tocca a te. Ricordalo. Poi fece per togliere la sua maschera e d'improvviso mi ritrovai in una vasca da bagno immerso in un'acqua rossa. Dal rubinetto gocciolavano lente lacrime di sangue. Un foglio nel fondo della vasca. Lo afferro. Non Dio ma Noi. Non Noi ma Tu. Non Tu ma il Tutto. Mi svegliai con questa immagine. Dopo, poco a poco, nel tempo iniziai a dimenticare questi ricordi. Fino ad ora. Seduto qui davanti al televisore nella buia stanza di questo carcere, osservo impassibile i risultati elettorali. Il partito del presidente Bislosco aveva vinto praticamente dovunque e orde di folle impazzite innalzavano al cielo il suo duce. Un attimo dopo la presentatrice del Tg si collega con un'altro inviato che parla dell'altra grande vittoria, quella di Turbinola il presidente della regione Frisellia. Leader del partito avversario di Bisolosco. Viene portato in trionfo come il nuovo salvatore contro il demonio Bisolosco. Appaiono in ogni angolo loghi e marchi riportanti il nome di Turbinola, una giornalista mostra persino una linea di biancheria intima in suo onore. È cosi che mi è tornato in mente quel sogno. Le parole della maschera: Non guardare il fuoco. Concentrati sulla luce.Ci penso su e capisco. Mi avvicino alle sbarre e il secondino mi porta la Bibbia che avevo chiesto. I compagni avrebbero dovuto lasciare lì dentro il messaggio in codice. Pagina 24. Leggo le parole sottolineate: Non Dio ma Noi. Non Noi ma Tu. Non Tu ma Tutto. Ora è finalmente tutto chiaro.
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