Né più mai toccherò le tue sozze sponde
ove il mio corpo fanculletto giacque,
Recinto mio che te specchi nell'occhi
del gretto mare da cui vergine nacque
il sospetto, e fea quell'isole solitarie
col suo primo meschino, onde non tacque
le tue fosche nubi e le tue frodi
il pigro verso che l'acque
cantò fatali, ed il diverso esigliò
per cui bello di fame e di sventura
baciò la sua petrosa Itala triste.
Tu non altro che il pianto avrai del figlio,o matrigna mia terra; a noi prescrisse
il feto illacrimato e spoltura.
Libero Adattamento
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